CEO e fondatore di Nibiru footwear Pte Ltd, Chizzy Nnamchi è tornato nella nativa Nigeria dopo aver trascorso oltre 30 anni in Asia, a Singapore. Nel 2014 ha fondato la sua azienda, che operava come franchisee di Bata Shoe Company per l’Africa occidentale (Angola, Nigeria e Costa d’Avorio) e nel giro di tre anni ha aperto 12 negozi al dettaglio a marchio Bata e oltre 120 punti vendita. Nel 2018 ha deciso di lanciare i propri marchi: Black & Brawn, che offre calzature, borse e accessori di lusso con una forte identità africana, e attualmente ha 4 negozi ad Abidjan; Green Shield, un marchio di sicurezza industriale che serve grandi aziende in Nigeria.

Abbiamo incontrato Chizzy Nnamchi per approfondire con lui un mercato dalle grandi potenzialità, come quello africano, e per conoscerne le peculiarità rispetto ad atre realtà come l’Asia, di cui è un profondo conoscitore.

Partiamo dai vostri marchi: qual è la visione a lungo termine?

Ci stiamo muovendo in due direzioni. Da un lato, l’obiettivo è proporre marchi di respiro internazionale, ma con una forte identità africana, in grado di competere con i marchi di fascia alta. Dall’altro, attraverso la nostra piattaforma, vogliamo operare come una sorta di “vetrina” che accolga i migliori designer africani di moda e accessori, per dare loro la visibilità che meritano a livello globale. Ma non ci fermiamo agli accessori: l’idea è di ampliare l’offerta a varie tipologie di prodotti, seguendo l’esempio di Nordstrom. La mia visione è quella di sostenere e promuovere la produzione e i marchi africani e creare un “Made in Africa” distintivo e unico.

In questo progetto avete anche il supporto del governo o di alcune istituzioni locali?

Al momento si tratta di un progetto privato, ma stiamo lavorando per ricevere il sostegno delle istituzioni, in particolar modo per avviare uno stabilimento di produzione locale. Puntiamo anche a creare partnership internazionali, ad esempio con aziende italiane, per realizzare prodotti finiti con pellami africani di ottima qualità e, nel tempo, sviluppare nuovi materiali. La Nigeria, infatti, ha un enorme potenziale per la progettazione e lo sviluppo di prodotti di alta qualità, con una lavorazione eccellente e un carattere unico e originale…

Tuttavia, la vostra azienda opera anche nel settore delle calzature di volume: come conciliate queste due realtà?

Avendo lavorato per anni con Bata, abbiamo iniziato con il mercato di volume, anche perché questo ci dà una capacità produttiva molto importante e una solida base finanziaria. Siamo partiti dalle calzature di volume per poi elevare la qualità, la ricerca e la creatività e indirizzarci, con i nostri marchi, verso un mercato di fascia alta con una forte anima africana. Vogliamo creare e offrire ai consumatori prodotti distintivi, che riflettano le nostre realtà culturali uniche. Naturalmente non è facile industrializzare una produzione tradizionalmente artigianale, ma stiamo lavorando in questa direzione.

Tornando alla vostra attività di approvvigionamento, quali sono i Paesi fornitori da cui preferite acquistare?

Inizialmente acquistavamo principalmente dalla Cina, ma con l’avvento del Covid e i conseguenti ritardi nelle forniture, e a causa di alcuni problemi riscontrati con i prodotti in pelle, abbiamo cercato delle alternative, come la Malesia e il Vietnam. Poi, nel tentativo di offrire prodotti finiti di alta qualità, ci siamo rivolti ai produttori italiani. L’Italia è ora la nostra scelta preferita per la produzione di accessori di fascia medio-alta, mentre per il livello medio ci concentriamo principalmente sulla Cina, e guardiamo con interesse a Spagna, Portogallo e Brasile. Ecco perché una fiera come Expo Riva Schuh & Gardabags rappresenta per noi un appuntamento da non perdere, dove possiamo trovare produttori da tutto il mondo, che offrono tipologie di prodotto e fasce di prezzo molto varie.